Un post da Cecilia

Cecilia Fort ci ha mandato questo contributo ad integrazione dell’articolo dedicato a lei e Lorèn.

Volevo dirvi che ho pensato molto alla tematica del bastone bianco per cercare di analizzare e capire meglio l’impatto che esso ha sugli altri e sul non vedente che se ne avvale. Innanzitutto  in questi giorni in cui mi sono mossa tantissimo tra tanta gente con Loren, ho cercato di trovare le differenze di atteggiamento che le persone hanno nei confronti di chi non vede ma si muove in varie situazioni. Posso solo dirvi, come esempio, che io e Loren siamo andate in spiaggia da sole e in poche ore abbiamo parlato con mezza spiaggia! Tutti sono pronti ad aiutarci, ad individuare l’ombrellone e il marciapiede, a venire da noi per chiederci se avevamo bisogno di fare il bagno o offrirci dell’acqua. A parte tutti i bambini che si sono catapultati a carezzare Loren, tutte le persone hanno dimostrato collaborazione attiva e premura nei nostri confronti, coinvolgendoci e non isolandoci. Siamo certamente riconoscibili per strada e la gente ci lascia volentieri passare guardando Loren con tenerezza e curiosità. Dalla mia esperienza, quando un non vedente incede con il bastone bianco, la stessa tecnica di avanzamento richiede un movimento di spazzamento a pendolo destra-sinistra che tanto più è di ampio raggio tanto più è sicuro per il non vedente. Ciò comporta che il cieco brandisca il bastone con una certa energia e lo sposti ritmicamente a destra sinistra, letteralmente spazzando per terra attorno al suo itinerario. Unito ciò al fatto che il bastone è un prolungamento della mano che consente di comprendere gli oggetti circostanti tramite il senso del tatto, il cieco deve necessariamente avvicinarsi a cose e persone e toccarle con la punta del bastone, atto che gli altri percepiscono come una qual forma di violenza per esser stati toccati e o urtati nella loro sacra sfera personale da un oggetto freddo e vistoso:), da ciò emerge la grande differenza:  il cieco con il cane procede veloce e sicuro e evita gli ostacoli, quello col bastone li cerca o li urta. Il primo sguscia tra persone e cose, il secondo incede lungo i muri provocando rumore al suo tocco con la punta del bastone. Inoltre, con il cane, la gran parte del lavoro di mobilità e indipendenza la gente pensa che sia in carico al cane e ciò spinge alla tenerezza e curiosità, a colui che si basa sul bastone per muoversi la gente preferisce non avvicinarsi perché percepisce più forte l’handicap. E’ il suo simbolo.
(Cecilia Fort)

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