Sanità che funziona, malasanità, liste d’attesa, lungaggini dei tempi per esami diagnostici e strumentali, costi standard, ticket, eccellenze, ospedali centrali, di zona, provinciali…. Le questioni attraverso cui si affronta il tema Sanità nel dibattito pubblico sono molto ricche, specie ora che c’è aria di cambiamenti, ed è questo il punto che vorrei proporre alla discussione dei lettori di questo blog.
Vediamone alcuni aspetti.
Parte attiva nel progetto di ristrutturazione della nostra Sanità Pubblica è l’Europa. Anche se l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari dipende dai singoli Paesi aderenti, l’UE fornisce quel valore aggiunto per far fronte alle sfide comuni, operando in modo collaborativo con i singoli Paesi e con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le principali priorità sono proteggere e promuovere la salute e ridurre le ineguaglianze in campo sanitario, comunicare maggiori informazioni e conoscenze in materia di salute, promuovere la cooperazione con le parti interessate.
Per provare a capire meglio quale tipo di cambiamento si va profilando, vediamo alcuni esempi delle novità introdotte. Innanzi tutto c’è la Legge 38 del 15 marzo 2010. Essa tutela nel nostro Paese il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana.
C’è poi la risposta data al problema delle lunghe e discusse liste d’attesa per esami clinici e strumentali. Con il nuovo piano sociosanitario (che vede il Veneto come Regione apri pista), dal primo settembre 2013 esami diagnostici e analisi si possono eseguire anche di Domenica.
Con queste direttive le liste d’attesa dovrebbero diminuire di molto i tempi per accedere alle prestazioni. Questo significa che risonanze magnetiche e radiografie si potranno fare anche di notte negli ospedali, che rimarranno aperti fino alle ventiquattro, e nel fine settimana, con un orario lungo anche per alcune visite specialistiche, ed inoltre saranno coinvolte le sale operatorie.
A Padova per esempio si sono già registrate duemila prenotazioni per i vari test dopo le ventidue. Tra gli aspetti positivi di tale iniziativa, è messo in evidenza non solo che essa sarà efficace per diminuire i tempi d’attesa, ma anche che agevolerà l’accesso ai servizi da parte di quelle persone che hanno difficoltà a sospendere la propria attività lavorativa.
Sempre a Padova, lo scorso 21 ottobre è stato inaugurato il nuovo “Acceleratore Lineare”. Questo strumento rappresenta una nuova possibilità di cura per i pazienti con metastasi addominali, tumori inoperabili del fegato, del pancreas, e del polmone. Con adeguati metodi di sistemazione del paziente è possibile eseguire trattamenti di alta precisione in pochissimo tempo di seduta.
Ci troviamo di fronte probabilmente a un cambiamento radicale della Sanità. La nuova filosofia punta a eliminare ciò che non è utile e potenziare tutto quello che è alta specializzazione. Si assegna un ruolo di primo piano al cittadino che deve assumersi la responsabilità di proteggere la propria salute. Si agevola portando l’assistenza “più vicina” al paziente, a livello territoriale. Con il tempo ci si dovrà recare in ospedale sempre meno. Si mira quindi a una crescente integrazione fra il territorio e l’ospedale per permettere la deospedalizzazione precoce e la continuità del percorso clinico terapeutico.
Riduzione dei ricoveri e maggiore appropriatezza delle prestazioni sono considerate dai legislatori i principali vantaggi di questa trasformazione, oltre alla riduzione della spesa ospedaliera e ambulatoriale. Si tenga presente che questo piano socio-sanitario prevede anche la chiusura dei piccoli ospedali.
Sembra che l’emergenza dell’economia italiana porti necessariamente a un disinvestimento di risorse per il nostro SSN sia in termini assoluti e sia relativi. La Sanità oggi assume un ruolo di ammortizzatore sociale in un panorama nazionale complesso, dove un numero sempre maggiore di cittadini si trova in una situazione di povertà o di esclusione sociale (si consideri che la disoccupazione giovanile arriva quasi al 30%.) e dove, accanto a un innalzamento della soglia di attesa di vita della popolazione tra i più alti in Europa, abbiamo forti disuguaglianze tra le Regioni per quanto riguarda la spesa sanitaria. Chi scrive ritiene che l’obiettivo fondamentale dovrebbe essere proprio quello di assicurare una corretta ed efficiente erogazione dei livelli assistenziali su tutto il territorio italiano, mirato a far cessare le diseguaglianze nell’accesso e nella fruizione dei servizi e si chiede se il percorso intrapreso vada in questa direzione.
Cosa ne pensa chi legge?
(Adolfo Zordan)
Ottima la scelta di prolungare l’orario di alcune prestazioni sanitarie, ottime a livello economico che in tempo di crisi non guasta e, soprattutto, una spallata alle interminabili liste d’attesa che spesso sono causa di gravi episodi di malasanità. In ogni caso per rendere veramente effettiva la tanto sbandierata prevenzione bisognerà andare oltre questa lodevole iniziativa..
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