Alba. In coda dal medico. No, non esattamente dal medico. La coda, relativamente corta – siamo solo in tre più cinque -, è davanti al portone di uno stabile nuovo, cioè ristrutturato a puntino, dove si è trasferito il mio medico assieme agli altri del suo gruppo. Continua a leggere
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La coda dei pazienti in testa al medico: incomprensibili logiche organizzative.
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Pronto Soccorso padovani: ambienti e accoglienza. Primi aspetti emersi dall’inchiesta di C&P.
Andare nei Pronto Soccorso e prendere nota di come gli utenti vengono accolti, informati ed indirizzati in questo servizio che è percepito come essenziale e indispensabile, è il tentativo di C&P di dare risposte all’interrogativo sul perché di una certa insoddisfazione, una sorta di amaro in bocca, che talvolta si prova uscendone. Ci si chiede: cos’è che poteva andar meglio? Cosa non ha funzionato? Nei mesi scorsi, abbiamo cercato di capirlo con il nostro Alessandro, che ha visitato i Pronto Soccorso degli ospedali di Camposampiero, S.Antonio di Padova, Cittadella e Monselice provando a trarne qualche conclusione. Continua a leggere
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Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Monselice
Con la tappa di Monselice, si conclude il viaggio di Alessandro tra i Pronto Soccorso padovani. Si è trattato di un giro di osservazioni estemporanee all’interno di questi particolari reparti di alcune importanti strutture ospedaliere come quelle di Camposampiero, Padova e Cittadella. Il prossimo appuntamento sarà dedicato a evidenziare gli aspetti rilevanti emersi da questa comparazione. Continua a leggere
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Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Cittadella
Prosegue la visita ad alcuni Pronto Soccorso della provincia padovana. Questa volta siamo nell’Ospedale di Cittadella, cittadina a trenta km dal capoluogo. Chi ha letto i post precedenti su quelli di Padova e Camposampiero troverà facilmente le analogie e le differenze fra le strutture e, in parte, anche tra le situazioni descritte. Continua a leggere
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Quando il medico sorprende
Una lettrice del Veneziano ci racconta – attraverso i propri desiderata e un piccolo aneddoto – qualche aspetto della relazione col proprio medico di base.
Non so cosa non darei per non andare dal mio medico a fare mezze giornate di fila, vedendomi sfilare davanti pazienti che stanno dentro anche ore intere, per poi finalmente entrare al limite della mia pazienza e, come in un baleno, ritrovarmi fuori, Continua a leggere
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Strategie di attesa
E’ una grigia e fredda mattina di novembre nel Basso Polesine, le strade del paese sono ancora deserte e poche auto cominciano ad interrompere il silenzio che le pervade. Solo in una stradina laterale si nota qualche presenza: presso il cancello chiuso di una villetta ci sono due uomini silenziosi, immobili, sembrano quasi ignorarsi. Una targa d’ottone sul cancello indica che all’interno c’è uno studio medico. Continua a leggere
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Stress
Questa storia non precisa il luogo e l’identità dei protagonisti per volere della persona che la racconta.
“Zio can!“: un paziente, ancora senza numero, s’affaccia dentro alla sala d’attesa, dove stiamo ammassati a sudare quasi come porci nel letamaio, data la puzza di malattia, che in realtà forse non c’è, ma che di sicuro c’immaginiamo tutti. Le pale del ventilatore a soffitto, poi, creano correnti d’aria del tutto inutili (ma uno straccio di condizionatore no?!?).
Il paziente senza numero si avvicina al dispenser arancione, uguale identico a quello del casaro qua fuori, pieno zeppo anche lui di clienti – passando ci ho buttato l’occhio -, ma solo oggi, che è venerdì mattina, giorno di mercato.
Il paziente senza numero strappa il talloncino di carta azzurrina e, dunque, si trasforma in paziente numero diciannove. Continua a leggere
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