Nessun fatto eccezionale, in questo post. Si tratta solo di un avvenimento di ordinaria amministrazione, come si suol dire, di quelli che accadono quotidianamente e a molti di noi quando vestiamo i panni del paziente, spesso con le difese al minimo e l’ottimismo a mille. Si tratta di considerazioni ancora a caldo attorno ad emozioni comuni. Però ha una certa importanza raccontarne, per me. Perché mentre scrivo c’è chi mi guarda dalla foto qui accanto al computer e mi riporta a momenti di molti anni fa, ricordandomi come noi tutti, cari e sanitari congiuranti, salvammo dal suo rifiuto il modello di cura disponibile, neutralizzando la sua capacità decisionale – ed io non pensavo ad ogni volta che avevo e avrei vestito i suoi panni, come ieri, in ospedale di Sabato pomeriggio per una visita specialistica. Raccontare come ci si sente dentro certi meccanismi in momenti di particolare debolezza psicologica e sociale può servire ad armarci – e la metafora di guerra non è qui un caso – contro ciò che ci rende deboli. Continua a leggere
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Pronto Soccorso padovani: ambienti e accoglienza. Primi aspetti emersi dall’inchiesta di C&P.
Andare nei Pronto Soccorso e prendere nota di come gli utenti vengono accolti, informati ed indirizzati in questo servizio che è percepito come essenziale e indispensabile, è il tentativo di C&P di dare risposte all’interrogativo sul perché di una certa insoddisfazione, una sorta di amaro in bocca, che talvolta si prova uscendone. Ci si chiede: cos’è che poteva andar meglio? Cosa non ha funzionato? Nei mesi scorsi, abbiamo cercato di capirlo con il nostro Alessandro, che ha visitato i Pronto Soccorso degli ospedali di Camposampiero, S.Antonio di Padova, Cittadella e Monselice provando a trarne qualche conclusione. Continua a leggere
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Un articolo un po’ “sfuocato”
Qualche mese fa, con un nostro post, abbiamo dato notizia della presenza, nel mondo della medicina italiana, di un movimento d’opinione denominato Slow Medicine. Questo post aveva, tra l’altro, prodotto alcuni commenti che ci avevano stimolato ad approfondire il tema, mediante una piccola indagine. Nei giorni scorsi abbiamo saputo che la rivista Focus ha dedicato un articolo alla Slow Medicine e non abbiamo resistito alla curiosità di leggere come veniva presentato ad un pubblico molto ampio lo stesso tema da noi trattato. Continua a leggere
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Una dottoressa slow
L’uso del termine inglese slow, lento, si è negli ultimi anni sempre più diffuso nel discorso pubblico per connotare positivamente comportamenti, abitudini, atteggiamenti, attività. Dal più famoso slow food di Carlin Petrini, riguardante le abitudini alimentari, fino ad altre attività come il turismo o la vita cittadina, il termine slow si è affermato in contrapposizione al suo contrario fast, veloce, come reazione ad una modalità di vita frenetica e spesso convulsa. Continua a leggere
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Malati fuori luogo
Segnaliamo un saggio recente “Malati fuori luogo” (R.Cortina, 2012), di Ivo Quaranta e Mario Ricca, che tratta il tema delle differenze culturali in ambito medico e delle loro ripercussioni nel rapporto fra curante ed assistito. Un collaboratore di C&P ne ha fatto una breve recensione.
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