Archivi categoria: testimonianze

Attenti al lupus

Con la testimonianza di Lorenzo si conclude la webserie “Segui la vita” pubblicata da Cittadinanzattiva. Continua a leggere

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La malattia cronica di Silvia

Nella quarta puntata della webserie “ Segui la vita” promossa da Cittadinanzattiva, la patologia cronica di cui si parla è la spondilite anchilosante, una forma di artrite grave ed invalidante. Continua a leggere

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Maria Pia e la spina bifida

La protagonista del terzo episodio della webserie “Segui la vita” pubblicata da Cittadinanzattiva su YouTube,  è Maria Pia, giovane pugliese affetta da una malattia congenita chiamata spina bifida. Continua a leggere

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La storia di Giusi e l’HIV

La seconda puntata della webserie dedicata da Cittadinanzattiva al tema della malattia cronica riguarda l’infezione da HIV e l’AIDS, patologie che, pur essendo da tempo fuori dal dibattito pubblico, sono presenti nell’immaginario collettivo come sinonimi di una paura quasi ancestrale, risalente a tempi remoti in cui le epidemie falcidiavano interi continenti. Continua a leggere

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La malattia cronica raccontata da Cittadinanzattiva.

Cittadinanzattiva, la nota organizzazione che promuove la tutela dei diritti dei cittadini, anche in campo sanitario, ha pubblicato pochi giorni fa sul proprio canale YouTube  la prima puntata di una webserie dedicata alle patologie croniche. Continua a leggere

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Il cancro appresso

Sarà stato a causa dei miei impegni altrove, del poco tempo da dedicare alle relazioni amicali, non so bene com’è che è andata, ma da un certo punto in poi io, Mohammed, sua moglie Salima e i loro quattro bambini non ci siamo più visti. Continua a leggere

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La coda dei pazienti in testa al medico: incomprensibili logiche organizzative.

Alba. In coda dal medico. No, non esattamente dal medico. La coda, relativamente corta – siamo solo in tre più cinque -, è davanti al portone di uno stabile nuovo, cioè ristrutturato a puntino, dove si è trasferito il mio medico assieme agli altri del suo gruppo. Continua a leggere

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Bisogno, cura e riconoscimento

Concludiamo dunque il trittico del vicinato – così detto un po’ per gioco e un po’ sul serio in riferimento a due precedenti post (qui e qui). Il tema delle migrazioni sanitarie è un pretesto che fa emergere alcuni spunti di riflessione, stavolta attorno a come percepiamo i cambiamenti nell’assistenza sanitaria e su una resistente concezione delle cure e dell’ospedalizzazione.

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Anna e Bepi abitano tre case più in là, verso est. Marina, invece, sta due case più dietro, verso sud. Sono in avanti con gli anni, tutti e tre di certo tra i settantacinque e gli ottanta. Non li conosco da sempre; vivo qui da due pugni d’anni o poco più, e sono arrivata da perfetta estranea per tutti. Continua a leggere

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Un empatico gastroenterologo.

Nessun fatto eccezionale, in questo post. Si tratta solo di un avvenimento di ordinaria amministrazione, come si suol dire, di quelli che accadono quotidianamente e a molti di noi quando vestiamo i panni del paziente, spesso con le difese al minimo e l’ottimismo a mille. Si tratta di considerazioni ancora a caldo attorno ad emozioni comuni. Però ha una certa importanza raccontarne, per me. Perché mentre scrivo c’è chi mi guarda dalla foto qui accanto al computer e mi riporta a momenti di molti anni fa, ricordandomi come noi tutti, cari e sanitari congiuranti, salvammo dal suo rifiuto il modello di cura disponibile,  neutralizzando la sua capacità decisionale – ed io non pensavo ad ogni volta che avevo e avrei vestito i suoi panni, come ieri, in ospedale di Sabato pomeriggio per una visita specialistica. Raccontare come ci si sente dentro certi meccanismi in momenti di particolare debolezza psicologica e sociale può servire ad armarci – e la metafora di guerra non è qui un caso – contro ciò che ci rende deboli. Continua a leggere

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Esternazioni (disimpegnate) sul cancro e il morire

Era la quarta volta che veniva a casa. Ed era la quarta volta che io mi sforzavo di trovare parole (alla fine escono fuori sempre robe inutili, ma soprattutto ridicole). Eppure per una persona che ha il cancro dovrei oramai averne abbondanti in dispensa, di parole giuste.

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Tessitori di voce

Lettori ad alta voce nei luoghi di cura.

Nelle nostra ricerca di storie, esperienze e testimonianze legate al mondo della cura ci siamo imbattuti qualche tempo fa in un’esperienza davvero interessante, che fa riferimento proprio a quel mondo ampio e multiforme che intendiamo quando parliamo di “care”. Si chiama “Tessitori di voce” ed è nata per merito di Carlo Presotto, eclettico direttore artistico della compagnia teatrale “La piccionaia” e con la collaborazione della Fondazione Zoè di Vicenza. Continua a leggere

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Lo sconto

La sanità non è fatta solo di visite, esami, diagnosi, ricoveri, terapie, medicine, ecc, ma anche di soldi. In quella privata molto spesso in “nero“. Di questo malcostume, anzi di questa illegalità, ci siamo già occupati in un post di qualche tempo fa ed oggi ci ritorniamo grazie al racconto di una cliente di uno studio specialistico in provincia di Treviso.  Continua a leggere

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Un pomeriggio alla Casa Breda

Raccogliere e riportare su questo blog racconti di piccoli momenti vissuti, così come le vostre riflessioni, più ancora che riuscire a presentarvi dei punti di vista su alcune tra le questioni più dibattute sui temi della malattia e della cura, della sanità e della medicina, è ciò che più ci rende convinti del fatto che C&P stia facendo un lavoro importante.
Ringraziamo perciò A.T. per il suo contributo il quale, con parole sobrie e fino in fondo sostenibili per chi legge, ci apre una piccola finestra sul mondo di una malattia terribile, la SLA,  Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Con lo sguardo esterno e libero di chi ha, per la prima volta, un incontro ravvicinato con una tale realtà, A.T. ci ricorda l’importanza di diffidare di quell’impressione, assurda e tuttavia diffusa, che sia la malattia in sé a negare storia e identità di chi ne è affetto e il senso della sua piena partecipazione al mondo sociale. Continua a leggere

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Avventure e analisi genetiche

Proponiamo ai lettori di C&P il racconto, dai toni quasi kafkiani, del vagare di una giovane donna alla ricerca dei risultati di esami diagnostici nella labirintica burocrazia sanitaria di un ospedale veneto. Continua a leggere

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Bisogno di… slowness?

Un medico slow confeziona una proposta di cura “sartoriale” per il suo paziente, ci aveva spiegato la dottoressa Patrizia Longo, come abbiamo riportato nel nostro post sulla Slow Medicine, a cui rimandiamo. Il dottor Stefano Ivis, commentando quel post, si chiedeva quale fosse l’opinione di pazienti e specialisti su questo nuovo approccio della medicina di famiglia. C&P, ha raccolto l’input e, per rispondere almeno in parte alla domanda, Continua a leggere

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“Tamburi di latta”

Abbiamo raccolto la testimonianza con la quale un’operatrice sociale di grande esperienza e umanità, Franca Franzin, ci apre uno spiraglio sul quel mondo del disagio mentale che tenta, con esperienze come quella raccontata, di uscire dall’isolamento ipocrita in cui è costretto.   Continua a leggere

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Mi chiamo Amitabho Carrer

Il post che ci mandato il protagonista di questa storia drammatica dimostra come a volte gli operatori della salute e i pazienti abbiano obiettivi differenti. Il suo racconto, pieno di paure e voglia di vivere, si conclude con un accorato appello  al quale noi di C&P ci associamo chiedendo a tutti coloro che vorranno aiutarlo di contattarlo direttamente ai recapiti che troverete alla fine dell’articolo.  Continua a leggere

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